Le celebrazioni per il centenario della nascita del leader Dc sono promosse dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin, che ha sede a Torino nel Polo del ‘900 e che ne conserva l’archivio e la biblioteca personale, continuando a promuovere studi e ricerche sulla storia del cattolicesimo sociale italiano
Torino, 13 marzo 2019 (LaPresse). Le celebrazioni per il centenario per nascita di Carlo Donat-Cattin, uomo di Stato e leader Dc, hanno preso avvio oggi mercoledì 14 marzo al Senato (sala Koch, ore 16,30), sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, con il Convegno Carlo Donat-Cattin uomo di governo e leader DC (1919 – 2019)”. La relazione introduttiva, che tratteggerà il profilo storico del leader della corrente di Forze Nuove nel quadro del secondo dopoguerra italiano, sarà tenuta dal professor Francesco Malgeri, e sarà seguita dagli interventi del ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, delle segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e del senatore Pierferdinando Casini. In apertura, porterà un indirizzo di saluto la Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, e sarà presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nato a Finale Ligure (Savona), il 26 giugno 1919, (il padre, Attilio, proveniva da una famiglia originaria dell’Alta Savoia e partecipò alla fondazione del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, la madre era la contessa Maria Luisa Buraggi), Carlo Donat-Cattin prese parte giovanissimo alla lotta antifascista e fu membro del Comitato nazionale di Liberazione di Ivrea (Torino). Dopo la Liberazione, si impegnò nel sindacato e fu tra i fondatori della Cisl e approdò infine alla politica nazionale: più volte parlamentare della Democrazia Cristiana (deputato dal 1958 al 1979 e poi senatore sino alla morte, avvenuta il 17 marzo 1991 dopo un intervento al cuore), Donat-Cattin divenne infatti sottosegretario nel 1963 nel primo governo Moro, fu poi più volte ministro (del Lavoro, per il Mezzogiorno, all’Industria e alla Sanità) ed esponente di spicco della Dc nella quale guidò la corrente della sinistra sociale Forze Nuove e di cui fu vice segretario nazionale dal 1978 al 1980.
Il nome di Carlo Donat-Cattin, protagonista della Prima Repubblica ed espressione di quel cattolicesimo sociale che ha contribuito alla ricostruzione dopo il fascismo e allo sviluppo della società italiana, con una costante fedeltà ai valori della tutela delle classi più deboli e dei diritti dei lavoratori, è legato – tra le altre – a due vicende cruciali nella storia della seconda metà del Novecento del nostro Paese. La prima riguarda lo Statuto dei Lavoratori, una delle leggi fondamentali del riformismo del Centrosinistra nato dalla storico accordo tra la Dc e il Psi all’inizio degli Anni Sessanta del secolo scorso. La seconda fa riferimento invece al cosiddetto ‘Preambolo’. Scritto di pugno da Donat-Cattin, quel documento segnò la fine della politica di solidarietà nazionale con il Pc e riaprì la collaborazione della Dc con il Psi.
Nella primavera del 1991, dopo la sua scomparsa avvenuta il 17 marzo in seguito a un intervento al cuore, l’allora vice segretario della Dc, Sergio Mattarella, scrisse per la rivista di Forze Nuove “Terza fase” (fu quella l’espressione usata da Aldo Moro per indicare il dialogo con i comunisti per la solidarietà nazionale) un commosso ricordo del politico e dell’uomo. “…Della personalità e della vicenda politica di Carlo Donat-Cattin – si legge in quel testo di 28 anni fa – sono stati posti in rilievo diversi profili… il ruolo positivo durante l’Autunno caldo, la sensibilità a tutela delle posizioni più deboli… Io oggi vorrei ricordare la sua volontà e capacità di iniziativa politica, il senso dei momenti che si attraversano, l’attitudine a coglierne il significato essenziale”.