di Mariapia Donat-Cattin e Maria Schirripa – 27 novembre 2017
La Fondazione prosegue e potenzia la sua venticinquennale attività di conservazione, inventariazione, studio e valorizzazione del patrimonio documentale afferente alla cultura politica e sociale piemontese e nazionale di area cristiano-cattolica del Novecento e alle sue figure più eminenti con l’intento di valorizzare la propria attività scientifica di catalogazione e di studio tramite la creazione di aree tematiche web, che focalizzino le molte anime dei patrimoni documentali conservati: politica, storia, economia, società, giornalismo, cultura. Intento della Fondazione è creare dei “luoghi” che diventino il punto di accesso e convergenza dei documenti conservati in Fondazione (archivio, biblioteca, emeroteca) facendoli dialogare fra loro. In particolare, per quanto riguarda la figura di Carlo Donat-Cattin, eponimo dell’ente, si ha in programma di creare pagine web dedicate alle variegate sfaccettature della sua vita.
Con questo obiettivo, nel corso dell’ultimo anno, uno specifico progetto finanziato dal Settore promozione dei beni librari e archivistici, editoria ed istituti culturali della Regione Piemonte ha permesso di riunificare in una unica sede la raccolta libraria appartenuta a Carlo Donat-Cattin, fornendo un quadro più completo della sua personalità ed evidenziando i poliedrici interessi che il leader della sinistra sociale democratico cristiana ha nutrito durante tutta la sua vita.
Così la figlia Mariapia racconta la collezione libraria di suo padre:
“Non è stato facile per noi figli staccarci dai libri di nostro padre che erano ancora rimasti nelle nostre case di Roma e Torino. Alla fine però ce l’abbiamo fatta e la sua biblioteca è stata riunificata anche topograficamente. Adesso, accanto alle sezioni di storia, economia, sociologia, pensiero politico e sindacale, cultura religiosa, musica, geografia e persino cucina e folclore, hanno trovato posto i libri di filosofia, classici, narrativa italiana e straniera, linguistica, critica letteraria, poesia e altro ancora.
Forse rimettendo in ordine le nostre librerie scopriremo o ritroveremo qualche suo libro. È accaduto a me proprio in questi giorni quando sono venuti fuori da un ripiano scomodo e remoto Il portico del mistero della seconda virtù e Il mistero della carità di Giovanna d’Arco di Charles Péguy, uno degli autori che sicuramente mio padre aveva letto negli anni della sua formazione. Un nome da aggiungere ai più spesso citati Maritain e Mounier, come ben ricordano Sandro Fontana nell’Intervista su Carlo Donat-Cattinraccolta da Nicola Guiso e uscita per i tipi di Marsilio nel 1999 e Giorgio Aimetti in Fuori del Coro per le Edizioni Lavoro nel 2000.
Una parte dei libri che hanno contribuito alla formazione culturale ed etica di Carlo Donat-Cattin purtroppo sono andati perduti. È il caso di Humanisme intégral di Maritain, la cui edizione originale in francese ebbe tra le mani già nel 1937, quando aveva diciotto anni appena, così secondo una testimonianza riportata da Alessandro Parola nella voce a lui dedicata del Dizionario biografico degli Italiani (Treccani, 2015). Molti di questi libri sono stati rimpiazzati o affiancati da edizioni più recenti.
Accanto a Maritain e Mounier troviamo i nomi di Mauriac, Bernanos, Claudel, Gilson, Blondel. Mentre fra le letture filosofiche primeggiano i testi di Platone, Anselmo da Aosta, Tommaso D’Aquino, Erasmo da Rotterdam, Tommaso Moro, Blaise Pascal; se prestiamo attenzione alla data di alcune edizioni scopriamo che esse provengono dalla biblioteca paterna ma le segnature sulle pagine ci inducono a pensare che siano state oggetto di studio e di attenzione da parte del figlio.
Anche nell’ambito della poesia ci si è spesso limitati a sottolineare la sua passione per Montale. Ma le cose non stanno così. Sicuramente Montale è il primo, considerando il numero dei libri posseduti e la presenza di qualche prima edizione. Ma in questa collezione della poesia italiana del Novecento, davvero preziosa e sorprendente, ecco comparire anche Camillo Sbarbaro, Clemente Rebora, Carlo Betocchi, solo per citare i più amati. Per non dire dei poeti stranieri come Rafael Alberti, Federico Garcia Lorca (tradotto e curato da Carlo Bo), T. S. Eliot e molti altri ancora. Edizioni rare, spesso introvabili cui si affiancano numeri significativi e importanti numeri di Riviste specializzate. [Di questa passione di Carlo Donat-Cattin per la poesia ho scritto qualche anno fa un brevissimo saggio intitolato Un Uomo e i suoi Libri. La geografia poetica di Carlo Donat-Cattin pubblicato sul nostro sito sotto la voce Biografia di cui il 21 marzo 2013 ha dato notizia l’Avvenire].
Molto significativa sul piano quantitativo e qualitativo la raccolta di narrativa italiana e straniera che meriterebbe un lavoro analogo a quello riservato alla poesia. Per il momento mi limito a segnalare qualche nome sulla base dei ricordi perché questi sono stati i libri che abbiamo letto anche io e i miei fratelli quando eravamo ragazzi e che erano collocati in ordine alfabetico per autore nella libreria bianca che occupava l’intero corridoio di casa nostra in via Romagnano, a Torino. Questi i nomi, senza nessuna pretesa di esaustività, ma sicuramente tra quelli più amati: Gadda, Landolfi, Bassani, Bacchelli, Pavese per l’ambito italiano; Bernanos, Chesterton, Simenon, Joyce, Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, Pasternak per l’ambito europeo cui vanno aggiunte le prime traduzioni italiane di Solgenitsin.
Anche la ricca collezione di libri d’arte raffinati e preziosi, per lo più di grande formato, è stata trasferita da Roma a Torino accanto ad altri libri dello stesso settore già collocati negli spazi riservati alla Biblioteca della Fondazione a Palazzo San Daniele, sede del Polo del 900. In tutto più di 20.000 volumi rappresentati, nel nucleo più interessante e numeroso, dai libri della biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin”.