La DC e il movimento operaio
Un’intervista di Piero Pratesi a Guido Bodrato su “Settegiorni”
La DC e il movimento operaio
Un’intervista di Piero Pratesi a Guido Bodrato su “Settegiorni”
Guido Bodrato era un grande amico della Fondazione. Sempre disponibile per le nostre iniziative, dava volentieri il suo contributo di riflessione e di testimonianza per il lavoro di scavo nella storia del cattolicesimo politico della seconda metà del Novecento che abbiamo intrapreso. Siamo orgogliosi di aver collaborato con lui alla sua ultima fatica, il volume su “Le stagioni dell’intransigenza”, in cui ha ripercorso i momenti fondanti dell’autonomia politica dei cattolici, con la sua preziosa interpretazione della loro “lunga marcia” dal clericalismo al Partito di ispirazione cristiana, il PPI di don Luigi Sturzo.
Del nuovo partito di ispirazione cristiana, la DC del secondo dopoguerra, Guido è stato uno degli esponenti più significativi. Aveva chiara la visione degasperiana del “partito di centro che guarda a sinistra”, e la interpretava come capacità di leggere le trasformazioni della società, di fornire risposte politiche ai mutamenti straordinari che attraversavano la vita della Repubblica, di mantenere il radicamento nei ceti popolari e nelle classi subalterne. Su questi temi condusse una lunga battaglia nella DC, tra le fila della “sinistra sociale”, per evitare la deriva del partito di potere e mantenerne la natura di grande soggetto popolare. Fu il vero “erede culturale” di Carlo Donat-Cattin, l’ispiratore di una sinistra che partiva dal sindacato ma si allargava al mondo degli intellettuali, dei giovani, delle professioni, ed in questo sforzo di rappresentanza larga trovava la capacità di farsi classe dirigente per il paese.
Aveva una concezione “Dossettiana” della Costituzione e della sua sacralità. Nel patto costitutivo della Repubblica vedeva il punto più avanzato della costruzione dei processi democratici, ed era convinto della intrinseca natura reazionaria dei tentativi di stravolgimento dell’impianto costituzionale. Nemico del presidenzialismo, era apertamente critico nei confronti delle derive personalistiche della politica italiana, nelle istituzioni e nei partiti. Ha contribuito a caratterizzare in questo senso il profilo politico e culturale del nuovo Partito Popolare, sorto sulle ceneri della DC nel 1994, di cui fu uno degli ispiratori e dei maestri di pensiero. E a questo principio ha sempre richiamato i suoi amici, nelle complesse vicende che da quegli anni ci hanno accompagnato fino ad oggi.
Tra i suoi amici annoveriamo anche noi, che abbiamo condiviso con lui la passione per la storia del movimento politico dei cattolici. In una lunga intervista che abbiamo raccolto (oltre tre ore di conversazione) passano le vicende della politica italiana e i grandi temi dell’economia e della società; la sua esperienza nelle istituzioni, dal Consiglio comunale di Torino al Parlamento, dal Governo al Parlamento Europeo; l’impegno ai vertici della DC, nella indimenticata stagione di Benigno Zaccagnini; ma passa soprattutto la tensione di un credente che ama la “città dell’uomo” e ne percorre le strade indicando l’orizzonte ai compagni di cammino. Di questo sarà sempre maestro per noi.
La Fondazione Carlo Donat-Cattin
La presentazione del volume “Le stagioni dell’intransigenza” di Guido Bodrato, il 25 novembre 2022
Un’intervista di Piero Pratesi su “Settegiorni”
La necessità di una strategia della DC nei confronti del movimento operaio e del sindacato ha caratterizzato il pensiero e l’azione politica di Guido Bodrato. Pubblichiamo un’intervista rilasciata, nel marzo del 1974, al condirettore di “Settegiorni” Piero Pratesi.