Giulio Orlandi con Carlo Donat-Cattin
Giulio Orlandi con Carlo Donat-Cattin
La collaborazione di Giulio Orlandi con Carlo Donat-Cattin e la sinistra democristiana torinese inizia nel 1964. Giulio era un giovane funzionario del genio civile (lo rivendicherà sempre con orgoglio) che proveniva dall’associazionismo cattolico e militava nelle ACLI. Erano gli anni del centro sinistra: Donat-Cattin entrava nel primo governo Moro, nasceva “Forze Nuove”, le sinistre democristiane si rafforzavano nella nuova fase politica. A Torino la corrente si trasferiva nella grande sede di via Stampatori e fondava il circolo di cultura politica “Giuseppe Donati”. Da quel momento Giulio Orlandi è stato uno degli uomini-simbolo di un sodalizio politico ed umano durato a lungo negli anni.
Il suo ufficio era il primo a sinistra, appena dopo la porta di ingresso. Era “il segretario di Donat-Cattin”, il punto di stabilità nel via vai degli amici che si occupavano del lavoro politico. Teneva i rapporti, fissava gli appuntamenti, gestiva le relazioni delicate. La sua rubrica era mitica: consumata dal tempo e dalle consultazioni, era la risorsa più preziosa per i contatti impossibili. Nell’attività della corrente a Giulio spettava un ruolo preciso, che diventerà con il tempo sempre più importante: il rapporto con gli amministratori comunali. Tanti Sindaci, Assessori e Consiglieri ricorrevano a lui per risolvere i problemi di rapporto con la pubblica amministrazione, per verificare lo stato del finanziamento di un’opera pubblica, per sollecitare la definizione di una pratica. Tornavano utili in questo ruolo le relazioni che aveva sempre mantenuto con il suo antico ufficio, e le competenze della sua professione di geometra.
Anche dopo la morte di Carlo Donat-Cattin Giulio ha continuato a frequentare il suo ufficio in via Stampatori. Negli anni della pensione, splendidamente portati, è stato il primo volontario della Fondazione. Ancora per tenere i contatti, dare una mano per l’apertura della sede, aiutare nell’organizzazione delle iniziative. Ma soprattutto per dare consigli ai più giovani, mettendo a disposizione la sua esperienza di antico gentiluomo piemontese.