Il 9 marzo del 1992 nasceva la Fondazione dedicata a Carlo Donat-Cattin per volontà della famiglia e il concorso di alcuni protagonisti della vita politica, sindacale ed economica del nostro Paese. Primo presidente il professor Siro Lombardini, economista di fama internazionale, e poi Giovanni Porcellana, ex sindaco di Torino. Basta scorrere l’elenco dei fondatori per comprendere la dimensione culturale di una Fondazione che, pur con mezzi limitati, ha saputo interpretare, divulgare e trasmettere il messaggio del cattolicesimo sociale di cui Carlo Donat-Cattin è stato uno dei maggiori protagonisti.
Dopo 30 anni è possibile compiere un primo bilancio della vita e dell’attività della nostra Fondazione nata in un passaggio epocale che cambiava radicalmente lo scenario politico e sociale dell’Italia. Dai convegni di Saint-Vincent, della fine degli anni novanta sino a quelli dei primi anni duemila, abbiamo cercato di leggere e interpretare i profondi cambiamenti che investivano il nostro Paese, l’Europa e il mondo con un approccio aperto e libero da incrostazioni e steccati ideologici.
La Fondazione è diventata il ‘deposito vivo’ di una memoria collettiva importante che, partendo dall’archivio personale di Carlo Donat-Cattin si è arricchita, nel corso del tempo, con quello di altri protagonisti della vita politica e sociale del mondo cattolico e democratico cristiano di Torino e del Piemonte. Stiamo lavorando a una rete capace di recuperare il ruolo storico svolto dagli uomini della Dc e della CISL nella crescita economica e sociale della nostra regione e dell’Italia.
Guardando in particolare agli ultimi anni, un lavoro di grande rilievo è stato realizzato con la pubblicazione, nella collana Studi e ricerche della Fondazione, di una serie di volumi frutto di una ricerca, coordinata dal professor Bartolo Gariglio, che hanno fatto riemergere pagine di storia ancora inedite o comunque trascurate.
La recente ponderosa biografia politica di Giorgio Aimetti, Carlo Donat-Cattin. La vita e le idee di un democristiano scomodo, e a brevissima distanza il breve ma approfondito saggio di Marcello Reggiani, Un riformista al governo. Carlo Donat-Cattin ministro del centro-sinistra (1963-1978) vengono finalmente – sono parole del professor Malgeri – a “colmare un vuoto, una lacuna storiografica” restituendo a Carlo Donat-Cattin il posto che merita “nella storia politica e sociale dell’Italia, negli anni più fertili dell’esperienza repubblicana”.
Oggi la nostra sfida si concentra sulle grandi mutazioni economiche e sociali della nostra società e sempre sulla memoria e lo studio di quel cattolicesimo sociale che è stato capace di sviluppare la nostra economia insieme alla difesa e crescita della persona e della democrazia.
Studiare il passato per guardare al futuro, offrendo alle giovani generazioni una lettura della storia che li sappia orientare e raccogliere il testimone di chi ha sempre operato per il bene comune, come Carlo Donat-Cattin e tanti uomini che hanno fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, resta per noi un compito primario.
Il ricordo del passato riaffiora tragicamente in questi giorni con l’invasione dell’Ucraina. La guerra ci sfiora, sentiremo le sue conseguenze sulla nostra economia e sulle nostre vite, ma noi oggi, come Fondazione, siamo con la testa e con il cuore al fianco del popolo ucraino.
Claudio Donat-Cattin
Presidente Fondazione Carlo Donat-Cattin
La firma dell’Atto presso lo studio del Notaio Marocco
Perché nasce la Fondazione nel nel di Donat-Cattin in Terzafase, pagg. 85-87, n. 3, anno X, marzo 1992